sabato 16 maggio 2020

Step #14 DNA come hard-disk

Riprendendo il concetto di memoria, la memorizzazione di dati nel DNA è uno degli studi più interessanti degli ultimi decenni.

Il motivo per cui si potrebbe usare il DNA per memorizzare i dati sarebbe legato a tre ragioni fondamentali:
  1. l’elevato livello di conservazione delle informazioni al suo interno 
  2. l’elevata densità del DNA rispetto ad esempio a dischi o nastri magnetici --> dimensioni molto contenute
  3. l’elevata resistenza all’obsolescenza del materiale, ben note entrambe in ambito biologico --> fino a decine di migliaia di anni.
E' un progetto che sta andando avanti già da qualche anno, ma negli ultimi mesi negli Stati Uniti è stato finanziata la continuazione per permettere lo sviluppo di nuove tecnologie di stoccaggio simili a quelle precedenti ma più performanti. 

“L’obiettivo è ridurre in modo significativo le dimensioni, il peso e la potenza necessari per l’archiviazione dei dati di archiviazione”, specifica Alexa Harter, direttrice del laboratorio CIPHER (laboratorio informatico dell'istituto di ricerca della Georgia ).


Per il momento si pensa a questa tecnologia solamente per dati che devono essere conservati per molto tempo e che non devono essere letti continuamente, ma chissà se un giorno non sarà possibile utilizzarla per i dati di tutti i giorni.

Articolo del 26 gennaio 2020:
https://notiziescientifiche.it/archiviazione-di-dati-nel-dna-nuovo-progetto-del-georgia-tech/

Altri articoli sulla memorizzazione di dati nel DNA
https://notiziescientifiche.it/memorizzazione-di-dati-nel-dna-completamente-automatizzata-ottenuta-da-ricercatori-americani/#Articoli_correlati


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